Attualmente non è disponibile una terapia medica risolutiva per le forme di MACULOPATIA SECCA. Come detto in precedenza svolge un ruolo importante la prevenzione mentre l’assunzione di farmaci a base di antiossidanti, di luteina, di zinco, di vitamine E, A e C in fase di maculopatia conclamata servono essenzialmente per rallentare la progressione della malattia e non per eliminarla.
Per quanto riguarda invece la DEGENERAZIONE MACULARE UMIDA si può ricorrere, a seconda del caso, ai seguenti trattamenti:
Si è scoperto che il principale responsabile della crescita dei neovasi è una proteina denominata VEGF. Grazie a questa scoperta sono stati messi a punto dei farmaci contenenti anticorpi in grado di bloccare il VEGF, e quindi la crescita dei neovasi.
Questi farmaci vengono somministrati tramite iniezioni intravitreali (IVT) al fine di contrastare la neovascolarizzazione e facilitare il riassorbimento dell’essudazione retinica.
Attualmente sono disponibili per l’uso clinico tre formulazioni principali (Bevacizumab, Ranibizumab, Aflibercept), ma sono in studio ulteriori molecole che consentiranno un’ulteriore miglioramento dei risultati. A seconda delle condizioni della regione maculare e dello stadio della maculopatia, si effettueranno iniezioni all’interno dell’occhio (assolutamente indolori ed effettuate con sole gocce anestetiche). Normalmente nella fase di attacco si praticano tre iniezioni a distanza di circa un mese. Successivamente le ulteriori somministrazioni saranno calibrate in base ai risultati ottenuti. Non esiste un limite preciso al numero di iniezioni endovitreali: vi sono pazienti che pur di mantenere un minimo residuo visivo si sono sottoposti a decine di iniezioni endovitreali.
Attualmente è una procedura meno utilizzata, da quando sono stati introdotte le iniezioni intravitreali. L’Argon laser ha una azione di fotocoagulazione. Viene utilizzato sia per “bruciare” zone della retina malata che per fissare la retina sana intorno a zone patologiche (fori o lesioni).
L’obiettivo è quello di ottenere delle cicatrici che rinforzino la retina nei suoi punti più delicati.
Il trattamento viene eseguito ambulatorialmente, in anestesia topica, dopo aver dilatato la pupilla.
L’obiettivo della terapia fotodinamica è quello di distruggere la membrana neovascolare maculare attraverso l’iniezione endovenosa di una sostanza farmacologica fotosensibile. Questa sostanza si accumula selettivamente nelle cellule endoteliali dei neovasi a livello maculare. La sua attivazione avviene con l’applicazione di un raggio laser sull’area maculare, consentendo un trattamento altamente selettivo. Anche questa procedura è attualmente meno applicata e viene impiegata in casi selezionati.
Il distacco di retina è una grave patologia dell’occhio che consiste nel sollevamento e allontanamento della neuroretina dall’epitelio pigmentato. Come abbiamo visto, la condizione per la quale i coni e i bastoncelli possano funzionare è che questi siano “infissi” nell’epitelio pigmentato, che ha l’importante funzione di fornire loro energia per la trasmissione del segnale. Quando la retina neurosensoriale, per molte ragioni che vedremo, si stacca, non va propriamente incontro a dissolvimento e morte, in quanto possiede una vascolarizzazione autonoma proveniente dall’arteria centrale della retina. Ciò significa che non muore ma non funziona perchè lontana dall’epitelio pigmentato. Inoltre, in tempi relativamente brevi, i coni e i bastoncelli soffrono e si dissolvono perchè si trovano staccati dal loro naturale substrato che è, come abbiamo visto, l’epitelio pigmentato. Ciò significa che se la retina non viene riattaccata in tempi brevi, il recupero funzionale ci sarà ma sarà parziale proporzionalmente al tempo della durata del distacco.
LE CAUSE DEL DISTACCO DI RETINA
Questa patologia riconosce diverse cause:
SINTOMATOLOGIA
Spesso e improvvisamente una persona che fino a quel momento non aveva avuto alcun disturbo particolare vede comparire, soprattutto quando osserva uno sfondo bianco o comunque chiaro (neve, nebbia fitta, parete luminosa, etc), una o più “mosche volanti” (miodesopsie). Nel 95% dei casi si tratta di un fenomeno molto comune non particolarmente pericoloso: deve essere considerato un processo degenerativo del corpo vitreo, molto frequente nei miopi anche giovani e nelle persone mature nelle quali la causa va ricercata nel fisiologico invecchiamento delle fibrille della gelatina vitrea; in questo caso può essere assimilato ad un normale processo legato all’età che avanza, proprio come avere qualche ruga o qualche capello bianco. Ma ci si deve recare immediatamente dal medico oculista perché, soprattutto se oltre alle mosche volanti si ha anche la percezione di lampi luminosi simili a quelli di una macchina fotografica, ci possiamo trovare davanti ad una lacerazione della retina, foriera di gravi conseguenze.
TRATTAMENTO
Il trattamento del distacco di retina è quasi esclusivamente chirurgico e presenta un notevole grado di complessità anche in base alle condizioni del distacco. Riassumendo, possiamo schematizzare il trattamento nel seguente modo:
La retinopatia diabetica è una patologia che si verifica in un gran numero di soggetti affetti da diabete mellito. Colpisce maggiormente i pazienti che presentano un diabete di tipo 1 (insulino dipendente), ma si può verificare anche in diabetici che seguono una terapia orale. Inizialmente il soggetto non presenta segni di retinopatia ma dopo i 10-15 anni di malattia sono molto frequenti le alterazioni. E’ molto importante che il paziente sia in buon compenso glicemico perché questa condizione è alla base dell’arresto del processo patologico. Il diabete altera le pareti dei capillari dei principali organi come il rene, il cervello, il cuore e gli occhi. Questo determina un ridotto afflusso di sangue, con conseguente sofferenza del tessuto a valle. La retinopatia diabetica è tutt’ora una delle principali cause di cecità nel mondo. Quando è stata posta diagnosi di diabete è indispensabile effettuare periodici controlli presso il medico oculista poiché, se diagnosticata in tempo, la retinopatia diabetica può essere efficacemente trattata con una serie di provvedimenti. Il medico controllerà accuratamente il fondo dell’occhio. Questo esame è spesso richiesto anche dai medici internisti e diabetologi in quanto la retina è l’unico tessuto dell’organismo nel quale i capillari e le loro eventuali alterazioni sono perfettamente visibili ad un semplice esame clinico. In caso di presenza di alterazioni, il medico richiederà ulteriori esami come la fluorangiografia e l’oct.
La fluorangiografia consente di osservare con molta precisione le alterazioni della rete capillare e indirizzare verso un possibile trattamento laser. L’esame richiede l’iniezione endovenosa (nel braccio) di un liquido particolare chiamato fluoresceina che ha la proprietà di evidenziarsi nei vasi e nei liquidi quando è eccitata da luce blu. Questo consente di evidenziare i capillari, le loro deformità e la fuoriuscita di liquidi nei tessuti circostanti. Consente di individuare le aree ischemiche che sono particolarmente pericolose per lo sviluppo della retinopatia. L’esame è molto ben tollerato nella quasi totalità dei pazienti. In rarissimi casi si può avere una reazione allergica facilmente dominabile con la somministrazione di cortisonici già durante l’esame. Un effetto collaterale che talora spaventa il paziente non sufficientemente informato è la colorazione gialla sia della cute che delle urine. La fluoresceina viene comunque completamente eliminata dall’organismo.
L’OCT è un esame non invasivo che consente di valutare la presenza di liquidi nei tessuti della retina, specialmente a livello della macula (edema maculare retinico). Se presente, l’edema può determinare una notevole caduta della qualità visiva.
FORME DI RETINOPATIA DIABETICA
Vi sono principalmente due forme di retinopatia diabetica:
TERAPIA
Oltre alla ricerca del compenso della glicemia e a trattamenti orali con prodotti anti-edema e favorenti il microcircolo, il trattamento della retinopatia diabetica consiste in alcune tappe fondamentali:
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