I principali difetti visivi: l’occhio miope

La miopia è un’ametropia o un’anomalia rifrattiva, a causa della quale i raggi luminosi provenienti da un’immagine a distanza superiore a 5 m non si focalizza sulla retina ma davanti ad essa. Pertanto gli oggetti osservati tendono ad apparire sfocati, e la visione è migliore o nitida a breve distanza. La conseguenza è che il punto remoto, cioè il punto più lontano dell’occhio a cui vi è una visione nitida, è posto ad una distanza finita, tanto più vicino all’occhio quanto maggiore è il difetto miopico. Ad esempio, un miope di -2.00 diottrie riesce a vedere nitidamente al massimo a 50 centimetri e non oltre.

I principali difetti visivi l'occhio miopia

I principali difetti visivi l’occhio miopia

La miopia è dovuta generalmente a una lunghezza eccessiva del bulbo oculare. Un’altra causa può essere un’alterata curvatura delle superfici rifrattive dell’occhio (cornea e cristallino con potere ottico troppo forte rispetto alla lunghezza del bulbo). Nelle fasi iniziali e intermedie della cataratta oppure a seguito di alterazioni metaboliche, si può manifestare miopia a seguito di alterazione dell’indice di rifrazione dei mezzi oculari. Ciò significa che in caso di addensamento delle strutture interne del cristallino, questo aumenta il proprio potere diottrico, inducendo una miopia. E’ il caso della nonna che a 90 anni legge ancora il giornale con grande orgoglio di figli e nipoti; in realtà la paziente, anche se vede bene vicino, avrà una pessima vista per lontano. Oltre a questa classificazione prevalentemente ottica possiamo citarne altre in base alla causa ereditaria oppure evolutiva: l’eccessivo sforzo e il protrarsi del lavoro da vicino sembra provocare o concorrere a sviluppare una miopia. La gravità della miopia si misura in diottrie (indicano il potere delle lenti correttive necessario a compensare il difetto):

  • fino a -3.00 diottrie si tratta di miopia lieve e si considera un difetto visivo in un occhio altrimenti sano;
  • da -3.00 a -6.00 diottrie si tratta di miopia media;
  • oltre le -6.00 diottrie, fino a valori estremi di -30.00, si tratta di miopia di grado elevato.

La miopia è definita patologica quando si associa a gravi alterazioni corio-retiniche, distacco della retina o glaucoma.

La compensazione della miopia prevede l’utilizzo di lenti biconcave (o divergenti o negative), che riportano il piano immagine sulla retina. Le lenti possono essere oftalmiche e quindi montate su occhiali, oppure si possono utilizzare a contatto. La correzione della miopia può anche essere effettuata con tecniche chirurgiche, solitamente tramite laser, che modificano la curvatura della cornea, diminuendo il potere refrattivo della cornea, compensando la miopia. Le tecniche più utilizzate sono la PRK e la LASIK. Recentemente è stato introdotto nell’uso clinico un laser (FEMTO-LASER) ad altissima tecnologia che consente di correggere alcuni difetti particolari, prima non trattabili (ad esempio un’ipermetropia associata a presbiopia). Alcuni tipi di miopia molto elevata non possono essere trattati con il laser. In questi casi è previsto l’inserimento all’interno dell’occhio di lenti speciali (ICL), oppure si procede come se il paziente avesse la cataratta: si rimuove il cristallino, inserendo una lente intraoculare, calcolata in modo da annullare il difetto. Quest’ultima è una procedura che viene riservata, normalmente, a pazienti di età superiore ai 45-50 anni. Esistono anche delle procedure non da tutti condivise come l’ORTOCHERATOLOGIA, che consiste nell’applicare, durante la notte, una lente a contatto in modo da deformare transitoriamente la curvatura corneale e consentire al paziente di annullare, almeno per alcune ore della giornata, la dipendenza dagli occhiali (se il difetto visivo non è troppo elevato).

Secondo alcune teorie la miopia, soprattutto di grado medio-basso, è stata alla base del progresso della civiltà. Immaginiamo un ingegnere romano o un grande filosofo giunto alla media età, cioè al massimo della propria esperienza conoscitiva. A causa dell’ineluttabile comparsa della presbiopia, non soltanto non era più in grado di fare i calcoli per un grandioso ponte-acquedotto o scrivere un trattato, ma non era neanche in grado di controllare il lavoro svolto dai propri allievi. Soltanto la condizione miopica rendeva possibile il proseguimento della propria impegnativa attività. Infatti è il difetto visivo che viene associato, nell’immaginario collettivo, alla figura dell’amanuense, curvo sul tavolo a trascrivere gli importanti codici dell’antichità.

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